Arte povera

L'Arte Povera - un termine coniato nel 1967 dal un esperta d'arte e curatore Germano Celant per determinare un movimento artistico che unisce tanti pittori di Roma, Torino, Milano e Genova nella seconda metà del 1960-1970. Membri del movimento l'Arte Povera fece vedere il dialogo tra natura e industria, attraverso materiali industriali e non artistici, vollero liberare la creatività dai vincoli delle tradizionali forme di spazi artistici e arte, e anche funsero con la dimensione politica di materiali industriali. Movimento diventò molto noto sulla scena artistica internazionale, essendo nel contrastare e il dialogo con il Minimalismo in America, che anche avvalevasi materiali industriali. Dal punto di vista dell'Arte Povera il Minimalismo non si interessò dei problemi poetici, politici e storici, cui furono importanti per l'Arte Povera. L'associazione l'Arte Povera non ebbe il suo manifesto. Al primo luogo questo movimento, con aiuti di curatori e critici, fu riconosciuto e classificato nel suo insieme. Alcuni degli artisti dell'Arte Povera, che appartennero a diverse generazioni, furono già ben cogniti negli ceti artistici italiani.

Storia della nascita.

Il movimento nasce in Italia ad inizio dei anni 60. In quegli tempi il paese fu stato sottoposto a grandi sconvolgimenti politici, si cambiava dal paese rurale al paese industriale. Gli associati dell'Arte Povera consideravano se stessi come serie artisti politici, che credevano nello protagonismo sociale dell'arte. Organizzatore della mostra Arte Povera nel Museo municipale di Torino nel 1970, l'editore del libro "Arte Povera: concettuale, attuale e impossibile arte?" (1969), Chelanti aspirò, che avvalersi "poveri" materiali e il rinuncio di considerare tradizionalmente l'arte come "un prodotto" da collezionare indeboliscano il mercantilismo, che invaso il mondo dell'arte intero. La prima esposizione dell'Arte Povera, intitolata "Arte Povera e IM Spazio" si è svolto a Genova presso la galleria La Bertesca nel 1967 ed fu stata organizzata da Germano Celant. Alla mostra si abbinò un testo che poi fu stato aggiornato e pubblicato in una rivista "Flash Art" dal titolo "Arte Povera: Notes for a Guerrilla War". Questi eventi ebbero fondato l'inizio di Arte Povera, il movimento il cui centro è a Torino e Roma.

Mezzi di espressioni.

L'aspirazione degli artisti dell'Arte Povera cercare di "far cadere" l'arte dal suo piedistalli ebbe portato all'espansione di forme e materiali; i più banali e familiare oggetti poterono esseri integrati in un contesto artistico. Di conseguenza, lo spettro di materiali e risorse da usare radicalmente ampio. Il desiderio di allargare i confini dell'arte e della vita portò, inoltre, ad approcci fondati su processi. Combinazioni temporanee e azioni finalizzate solo al momento, furono tipici dell'Arte Povera della fine degli anni 60. Nelle opere più recenti il radicalismo diventò più consueto e le forme tradizionali trovarono applicazione di nuovo nelle opere degli artisti dell'Arte Povera.

L'accettazione internazionale e commerciale.

La prosperità dell'Arte Povera accadi sugli anni 60-70, ma la sua influenza sulle successive tendenze artistiche, furono stati significativi e prolungati. Già alla fine del 1960 il movimento dell'Arte Povera fu percepita non come una tendenza nazionale d”arte, ma nel contesto internazionale generale. In quello tempo, paralleli internazionali furono diventati più importanti delle differenze nazionali. L'opere degli artisti dell'Arte Povera opere furono stati esposti a tali leggendari mostre come "Live in Your Head: When Attitudes Become Form" (Kunsthalle Bern, 1969; Institute of Contemporary Arts, Londra, 1969) и "Op Losse Schroeven" (Stedelijk Museum, Amsterdam, 1969) insieme con le opere d'arte concettuale, land art e minimalismo.

Al inizio di 1970 fu evidente che le aspirazioni degli artisti dell'Arte Povera sui cambiamenti sociali ed estetici nella vita quotidiana attraverso le arti furono falliti. Al contrario, il mercato dell'arte riuscito ad integrare queste forme di arte al aperto.





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